Convertiamo le aziende in crisi in cooperative
Nell'ultimo quindicennio, l'Italia è attraversata da un rallentamento nella crescita economica, coinvolgendo ampia parte dei Paesi industrializzati e che si va globalizzando per il resto del mondo.
La nuova sfida del neo-liberismo appare essersi lanciata verso una lotta suicida all'ultimo sangue tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, per il mantenimento alto dei consumi, per chi produce di più, per chi vende di più, per chi di più si accinge ad arrivare "solo" al traguardo della meta capitalistica: la globalizzazione dell'economia mondiale.
Due modelli di economia, una capitalista neo-liberale e l'altra di stampo centralista, stanno dirompendo nella vita di milioni di persone, conducendo il dibattito degli economisti sulla materia della competitività quale chiave per la soluzione dei problemi macroeconomici.
Esistono forti contraddizioni interne alla globalizzazione che mostrano palesemente la profonda antiteticità e contraddizione interna del capitalismo neo-liberista. I governi nazionali vorrebbero convincerci che attraverso gli strumenti di una maggiore competizione economica, una semplificazione amministrativa nell'apertura di nuove attività economiche e migliorando gli stratagemmi dei controlli alle importazioni e delle certificazioni delle produzioni, si riesca a far fronte all'invasione delle produzioni estremamente concorrenziali delle economie emergenti.
La competizione e la concorrenza stanno diventando la nuova parola d'ordine e non solo nei confronti delle economie emergenti, ma anche all'interno dei contesti lavorativi e di vita nazionali.
Ciò che l'Italia ha oggi bisogno non è una legge che accentui la "competitività" tra i membri della società, bensì programmi a sostegno ed incentivazione alla "Cooperazione Economica".
Il fine di un movimento cooperativistico può essere sintetizzato nel concetto di cooperazione coordinata, coordinata perché scopo di un'economia locale non dovrebbe essere solo permettere alle imprese la soddisfazione delle proprie aspettative economiche di sviluppo e di reddito, bensì anche incentivare e rafforzare lo sforzo congiunto di miglioramento delle condizioni e possibilità di vita individuali e collettive, a loro volta strettamente collegate al benessere realizzato dalla comunità locale in ogni sfera di vita. Nella sfera socio-economica, il vero scopo che fa della cooperazione coordinata una vera alternativa a capitalismo e comunismo è la riappropriazione da parte della gente locale del proprio territorio, delle sue risorse e potenzialità economiche, di tradizioni e culture locali. Il movimento delle cooperative dovrebbero rappresentare non solo un modello di sostenibilità ed autosufficienza economica, ma anche fornire un piano di recupero dei centri urbani, delle periferie, dei centri storici e delle aree rurali.
Le cooperative permettono la migliore combinazione tra efficienza produttiva, incentivi e soddisfazione dei soci lavoratori. Dare voce al movimento cooperativistico, è dare voce a chi non ce l'ha.
Incentiviamo i nostri politici a realizzare leggi a sostegno della democrazia economica attraverso la cooperazione coordinata, a favore di uno sviluppo equo-eco-sostenibile.
Partiamo dal trasformare le aziende, a partire da quelle medio-grandi in crisi, in cooperative, restituendole ai lavoratori.
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