Difetti dell'attuale democrazia politica
Capitalismo e Comunismo non sono poi così diversi
Due moribondi si aggirano per l'Europa.
Come inizio è un po' banale, parafrasare Marx non è il massimo dell'originalità, ma quello che dirò ha a che fare con due malati tenuti in vita artificialmente: il Comunismo e il Capitalismo. Anche il campo d'azione non è l'Europa, ma il mondo intero. Si dovrebbe pure parlare di un altro malato grave, oltre che dei due moribondi, ma questo lo farò un'altra volta, lasciandovi il tempo di immaginare quale sia questa terza grande categoria di pensiero che vive i suoi ultimi giorni di splendore dogmatico.
Esaminerò in questo articolo i difetti comuni alle democrazie politiche, mono o pluri partitiche. Se avrete la pazienza di leggerlo fino in fondo, suggerirò alcune misure correttive per fare un passo avanti nella gestione della democrazia.
Molti ideali hanno spinto (e spingono) le persone a sostenere il Comunismo o il Capitalismo ma queste grandi spinte ideali si infrangono sugli scogli del Comunismo reale e del Capitalismo di fatto.
La realtà pura e semplice è che nessuno dei due sistemi è finora riuscito a costruire nella pratica un sistema economico e sociale ideale, che consenta a tutti gli esseri umani di vivere in maniera decente e dignitosa.
I bellissimi ideali rivoluzionari e i grandi ideali di libertà di pensiero e di parola rimangono inattuati a causa degli strumenti usati per metterli in pratica.
Quando gli ideali non possono essere attuati, si trasformano a volte in religioni, come succede normalmente per i sostenitori del Marxismo o del Capitalismo, che in molti casi sono disposti ad accettare dogmaticamente, per pura fede, quelle che nella realtà sono stravaganze intellettuali, che funzionano al più per un breve periodo, per poi essere sostituite dallo sfruttamento più inumano e sfrenato o dalla violenza delle armi.
Il Capitalismo, apoteosi dell'egoismo come molla sociale per lo sviluppo collettivo, e il Comunismo, trionfo della materia e dell'egualitarismo forzato, sono morenti per cause naturali, essendosi schiantanti sulla dura realtà, sulla loro incapacità di creare sistemi di governo coerenti con le idee che li caratterizzano e nello stesso tempo capaci di garantire una vita dignitosa ai cittadini.
Il Comunismo si è autodistrutto per le sue contraddizioni interne, le stesse contraddizioni che hanno costretto i leader comunisti a nascondere gli insuccessi dietro una rigida censura e un controllo ossessivo e coercitivo delle informazioni.
Il fallimento è stato evidente fin dall'inizio, ma l'imposizione della forza e la propaganda "educativa" continua lo hanno tenuto in vita, come un malato terminale che vive solo grazie all'ausilio di macchine costose e complesse.
Siete convinti che tutto questo appartenga al passato? Non è così.
La Cina, che recentemente si è aperta agli aspetti peggiori del Capitalismo, è tenuta insieme con gli stessi metodi ed è ormai diventata lo specchio dei lati più negativi del Capitalismo: la diseguaglianza sociale, la concentrazione del potere economico, la violenza e la morte come metodi per mantenere la continuità del potere (vedi Amnesty International http://www.amnesty.it/pressroom/documenti/datiPenaDiMorte2004.html).
Anche il Bengala Ovest e il Kerala Sud Ovest, due stati della Confederazione Indiana, dominati dai comunisti fin dagli anni 70 (il Kerala dagli anni 50), sono un esempio di estrema povertà, corruzione e violenza e non hanno nemmeno l'alibi di avere tutti contro, visto che non ci sono embarghi per queste nazioni.
A questo proposito ho trovato ridicoli alcuni articoli pubblicati da giornali dell'area comunista o post-comunista l'anno scorso, dove si esaltava il Social Forum di Mumbai, sostenendo che si erano finalmente visti i paria (la classe sociale degli "intoccabili"), le donne e gli operai a testimoniare il loro sfruttamento.
Ma chi permette che ci siano ancora paria in quella zona? Chi permette che le donne ribelli subiscano strani incidenti domestici, capaci di bruciarle vive, con una polizia che archivia immediatamente le indagini su questi incidenti "particolari"? Il governo e l'apparato burocratico ovviamente, che dagli anni 70 sono espressione dei comunisti stalinisti.
Il ridicolo è che in questi articoli non si parla delle responsabilità del governo che permette queste cose, ma si rimane sul vago, nello stile omertoso che la maggior parte dei comunisti aveva durante il periodo stalinista.
Ho trovato ridicolo anche il commento dell'onorevole Bertinotti, che cita i comunisti di quelle zone come esempio di coesistenza di Democrazia e Comunismo. Bertinotti ignora, o finge di ignorare, che da quelle parti le elezioni si svolgono in questo modo: un gruppo di persone armate circonda i villaggi, poi uno di loro preleva le tessere elettorali e va a votare per tutti, scegliendo il partito che possiamo immaginare, (confronta sito Amnesty International http://web.amnesty.org/library/Index/ENGASA200332001?open&of=ENG-IND) Si supera così l'empasse di dover competere in un sistema pluripartito, e tutto può rientrare negli schemi del monopartitismo stalinista, per la gioia degli sfruttatori, che questa volta sono mascherati di rosso e sostenuti da un internazionalismo cieco o omertoso.
So bene che ridurre il Comunismo teorico allo stalinismo è una semplificazione estrema, ma io non intendo discutere di quello che il Comunismo potrebbe essere, piuttosto di quello che è stato ed è. Le forme ideali o transitorie di Comunismo sono sempre diventate, dopo un più o meno breve periodo iniziale, regimi violenti e totalitari, indipendentemente dalle buone intenzioni dei teorici del Comunismo.
La mancanza di un modello ideale e adattabile di struttura sociale ha fatto inevitabilmente scadere il Comunismo ideale verso varie forme di stalinismo reale, che sono state causa del suo collasso. "Fateci provare a realizzare il vero Comunismo" dicono alcuni intellettuali, "perché finora non è mai stato realizzato nella sua forma ideale".
Ma per quanto tempo gli esseri umani potranno essere cavie di esperimenti sociali che finora sono sempre diventati sanguinosi e coercitivi? Cari fratelli e sorelle marxisti, le vostre occasioni le avete avute, e avete sempre fallito. Ora non è più tempo di provare ad implementare ciò che è impossibile da realizzare a causa delle premesse sulle quali si basa.
Ho parlato finora delle incapacità comuniste di trasformare il Marxismo in una forma di governo reale, utile e benefico per tutti i cittadini. Non vorrei però che vedendomi criticare l'ideologia materialista qualcuno potesse pensare che io sostenga l'ideologia egoista, ovvero il Capitalismo. Nulla di così lontano dalla realtà. Il Comunismo, con i suoi tentativi di eliminare l'egoismo dalla mente umana, si è comportato come alcune religioni che hanno tentato in passato di eliminare la sessualità degli esseri umani: ha preteso qualcosa di impossibile. Non si può eliminare l'egoismo come non si può eliminare la sessualità perché fanno parte della fisiologia umana, come ci insegna la recente teoria del "cervello bagnato" (Rita Levi Montalcini) che ricalca quello che gli Yogi ci dicono da millenni, cioè che i sentimenti sono veicolati da ormoni, o secrezioni delle "vritti" come dicono gli Yogi. Non si può eliminare la secrezione di questi ormoni perché sono gli stessi che permettono agli esseri umani di riprodursi e sopravvivere.
Ma allo stesso modo in cui la società punisce o cura un comportamento sessuale deviato, che danneggia gli altri, come la pedofilia e lo stupro, dovrebbe punire un comportamento eccessivamente egoista, che impedisce agli altri di sopravvivere, che sfrutta gli altri per il proprio tornaconto economico. Ovvero, se uno è più abile o più utile degli altri, è giusto che guadagni di più, ma solo se questo non toglie le minime necessità agli altri, solo se i meno abili possono comunque condurre una vita dignitosa. Le perversioni sessuali, come le perversioni economiche, quando sono dannose per l'incolumità fisica e mentale delle altre persone, diventano sicuramente un lavoro per gli psicologi e nei casi più gravi un lavoro per i carcerieri.
Sia nel sistema capitalista che nel Comunismo reale il controllo dell'economia è sempre stato nelle mani di un gruppo ristretto di individui. Dopo la caduta del Comunismo in Unione Sovietica, questa tendenza si è accentuata, e oggi possiamo vedere che quattro individui solamente controllano il 40% delle risorse mondiali, e il 5% della popolazione controlla l'80% delle risorse della terra. Si è realizzato quello che nemmeno Hitler nei suoi sogni più sfrenati aveva osato immaginare: la dittatura mondiale assoluta. La democrazia politica, nei termini in cui è praticata oggi, è solo un fantoccio nelle mani di pochi capitalisti, che finanziano le campagne elettorali di tutti i partiti, sia maggioritari che d'opposizione.
La libertà di impresa e di scambio, la globalizzazione, sono concetti con nomi magnifici, belli da ascoltare, ma nella realtà sono diventati causa di sfruttamento e hanno, negli ultimi anni, ucciso migliaia di persone, morte di stenti e povertà o morti per guerre costruite apposta per fare arricchire alcuni Paesi a scapito di altri.
Le risorse materiali non sono infinite, ma con un uso razionale e intelligente basterebbero per tutti. Questo non sarà possibile fino a quando il profitto sostituirà la razionalità. Un pugno di folli, maniaci assetati di potere economico, tiene in mano le sorti di tutti noi e le risorse della terra, che dovrebbero essere eredità comune di ogni abitante del pianeta, compresi animali e piante.
Come ogni eredità, alcuni di noi possono averne un po' di più, ma la parte legittima che spetta ad ogni figlio o figlia dovrebbe essere garantita dalla legge, tutti dovrebbero avere per diritto ereditario le minime necessità per vivere, e migliorare il loro livello di vita con l'andare del tempo.
Quando parlo di folli assetati di potere non mi riferisco ovviamente ai piccoli imprenditori, che magari vogliono vivere una vita agiata, possedere una bella villa o uno yacht per fare le vacanze. Parlo di chi possiede tanto denaro da non essere in grado di spenderlo, nemmeno con l'aiuto delle dieci generazioni successive della sua famiglia.
Le risorse materiali sono limitate e se da una parte sono accumulate eccessivamente, dall'altra conseguentemente mancano. Chi ha così tanto potere economico e continua ad accumulare senza badare a chi muore o soffre per causa sua, deve necessariamente essere fermato, e magari curato in un ospedale psichiatrico per criminali.
Cari fratelli e sorelle liberisti, le vostre teorie hanno prodotto povertà e sofferenza. Il liberismo selvaggio è il modo migliore per essere in balìa dell'avidità di pochi. Non possiamo aspettare che le ricette liberiste diano buoni risultati, non li hanno dati negli ultimi decenni e non si capisce perchè dovrebbero darne in futuro. La povertà e lo sfruttamento sono aumentati, e non è uno stato temporaneo, è un trend costante verso la catastrofe. La gente ha bisogno delle minime necessità e ne ha bisogno ora, non in futuro. Il paradiso di ricchezze promesso è solo un dogma della religione neoliberista, si allontana sempre di più man mano che le ricette neoliberiste vengono applicate, gli unici che ci credono si basano sulla loro fede in qualcosa di teorico che dovrebbe avvenire in futuro, non su dati di fatto.
Quanto sono diversi il Capitalismo dal Comunismo reale?
Vorrei sfatare un mito diffuso: nei principali Paesi comunisti non c'è mai stata formalmente una dittatura, come semplicisticamente la propaganda capitalista ci ha voluto fare credere, ma solitamente in quei Paesi c'è stata una democrazia politica monopartitica.
Cercherò di esaminare alcuni problemi reali che la democrazia politica, nelle forme che finora conosciamo, ha creato nei Paesi dove è stata applicata, e alcune possibili correzioni che potrebbero essere la logica evoluzione, il prossimo passo verso una più reale partecipazione delle persone alla gestione della cosa pubblica.
Ecco alcuni difetti della democrazia politica:
* Fallimento nell'innalzare lo standard di vita della popolazione
* Sfruttamento economico
* Centralizzazione del potere economico
* Corruzione politica
* Partitocrazia
* Imposizione di modelli culturali
* Controllo centralizzato dei mezzi di comunicazione di massa
Fallimento nell'innalzare lo standard di vita della popolazione
Capitalismo
>Povertà diffusa per procurare la crescita economica di una fascia ristretta della popolazione.
Comunismo
>Povertà come conseguenza dell'alienazione introdotta nel mondo del lavoro a causa della proprietà statale dei mezzi di produzione.
Sfruttamento economico
Capitalismo
>Poche persone (capitalisti) godono dei frutti del lavoro della maggior parte delle persone.
Comunismo
>Poche persone (funzionari di partito) godono dei frutti del lavoro della maggior parte delle persone.
Centralizzazione del potere economico
Capitalismo
>Le multinazionali decidono la pianificazione economica degli stati in base ai loro obiettivi economici.
>L'economia è basata sul profitto invece che sulle esigenze delle persone.
Comunismo
>Lo stato decide la pianificazione economica a livello nazionale, senza che le comunità e gli individui possano interferire.
>Non c'è nessun incentivo alla crescita economica, perché lo stato incamera il surplus e l'individuo non ne ha vantaggi immediati.
Corruzione politica
Capitalismo
>I funzionari statali possono essere corrotti dai capitalisti che ottengono leggi su misura per i loro bisogni.
>I politici hanno bisogno di grandi capitali per vincere le elezioni e dipendono completamente da chi possiede questi capitali.
Comunismo
>I funzionari di partito, per fare carriera, devono obbedire ai leader corrotti.
>I funzionari di partito di livello più basso accettano bustarelle per avere un più alto livello economico di vita.
Partitocrazia
Capitalismo
>I gruppi di potere economico finanziano i partiti controllandone le decisioni.
>I funzionari di partito decidono i candidati senza tenere conto dei desideri e bisogni degli iscritti, con il solo criterio della popolarità del candidato, anche se questo è incompetente.
Comunismo
>Il partito unico detiene il potere economico.
I candidati sono decisi da un unico partito.
Imposizione di modelli culturali
Capitalismo
>Sono imposti modelli culturali con il solo scopo di aumentare i consumi di beni che producono profitti (consumismo).
Comunismo
>Sono imposti modelli culturali con lo scopo di mantenere il controllo sulla struttura sociale ed economica (educazione popolare di regime).
Controllo dei mezzi di comunicazione di massa
Capitalismo
>I mass media sono controllati dai gruppi economici per regolare l'economia e la politica.
Comunismo
>I mass media sono controllati dal partito per regolare l'economia e la politica.
Cause e Proposte
Le cause di questi difetti risiedono nel modello sociale ed economico centralizzato (Capitalismo d'impresa e Capitalismo di stato). Non intendo criticare la centralizzazione amministrativa, che ritengo comunque necessaria per contrastare i sovrapoteri economici multinazionali. In altre parole, uno stato forte, una federazione continentale forte e un parlamento e governo mondiale sono a mio avviso indispensabili per impedire che il potere delle multinazionali, cieco e amorale per definizione, uccida il pianeta dove viviamo. Ma questo potere deve essere bilanciato da altre forze sociali gestite democraticamente, da una rigida divisione dei poteri e da una frammentazione e moralizzazione del potere economico.
Noi proutisti proponiamo:
* La decentralizzazione economica
* Aumentare i compartimenti della democrazia
* Eliminare la partitocrazia
* Selezione dei candidati e della base votante
* Comitati sociali
Economia decentralizzata
* Tutte le risorse in un'unità socioeconomica devono essere controllate dalle persone che vivono localmente. In particolare le risorse necessarie per produrre il minimo necessario a vivere (cibo, educazione, vestiti, istruzione, abitazione)
* La produzione deve essere basata sul consumo e non sul profitto. Devono essere prodotte prioritariamente le merci e i servizi consumabili localmente, invece che dare priorità al profitto individuale. Questo incrementa la circolazione locale del denaro e favorisce un'equa ridistribuzione dei profitti.
* Le imprese economiche di una zona economica devono impiegare prioritariamente le persone di quella zona. Se le persone locali non sono completamente impiegate il problema della disoccupazione non può essere risolto. Si considerano abitanti di una certa zona coloro che hanno fuso i loro interessi sociali ed economici con quella zona. Deve essere fornita adeguata istruzione ai lavoratori per adeguare le loro conoscenze ai progressi scientifici.
* La diffusione delle merci non prodotte localmente deve essere frenata. Questo per permettere lo sviluppo locale e per diminuire le conseguenze ecologiche ed energetiche dei trasporti. Se i parametri economici di zone confinanti diventano simili, si deve allargare la zona di scambio economico.
Democrazia Economica
Ognuno ha il diritto di godere dei frutti del proprio lavoro.
Contrariamente a quanto succede in questo periodo, che potremmo definire di dittatura economica, in cui solo pochissime persone controllano l'economia mondiale, noi sosteniamo che il controllo delle risorse e dei mezzi di produzione debba essere nelle mani di chi produce.
Noi proponiamo di stabilire un tetto massimo all'accumulazione individuale di ricchezze, e nello stesso tempo limitare anche il controllo dei politici sull'economia e dei grandi gruppi economici sui politici.
Princìpi della Democrazia Economica
* Garantire a tutti la disponibilità delle minime necessità compresi cibo, vestiti, case, sanità, istruzione. Il diritto al lavoro è un requisito fondamentale per la garanzia delle minime necessità. Lo stato deve sostenere chi non è in grado di essere autosufficiente. Questo non è solo un diritto individuale, ma anche un necessità per lo sviluppo collettivo.
* Incrementare costantemente il potere d'acquisto delle persone ridistribuendo la ricchezza. Sviluppare l'utilizzo delle risorse locali e sostenere la produzione di beni essenziali per soddisfare il consumo dell'intera popolazione.
* Le persone devono avere il diritto di decidere dell'economia locale, quindi le imprese devono essere il più possibile gestite da cooperative o da sistemi aziendali che permettano ad ogni lavoratore di essere imprenditore dell'azienda per la quale lavora, partecipando agli utili, ai rischi e alle decisioni.
* Le persone che non vivono in una zona economica o che non intendono viverci stabilmente, non devono interferire nel controllo degli affari economici locali.
Aumentare i compartimenti della democrazia
Oltre alla divisione di ruoli e competenze fra i poteri giudiziario, legislativo ed esecutivo, noi proponiamo l'introduzione del potere impositivo fiscale, attribuendolo ad un corpo di persone qualificate come per il potere giudiziario.
Questo corpo dovrà stabilire i modi in cui distribuire la pressione fiscale per garantire le minime necessità a tutti, favorire la mobilità del denaro, evitare eccessive differenze economiche fra i cittadini.
Un esempio di pessima distribuzione della pressione fiscale è la recente riforma delle aliquote del governo Berlusconi.
Chiunque, guardando le statistiche della Banca d'Italia a disposizione sul sito, può verificare che la fascia di cittadini che spende la maggior parte del reddito è quella più povera, come è logico che sia. Sarebbe stato intelligente concentrare tutti i benefici della diminuzione delle imposte su questa fascia di cittadini, che ovviamente avrebbero speso questi soldi immediatamente, facendo circolare la moneta, e questo avrebbe beneficiato tutte le classi sociali, perché il denaro più circola e più arricchisce tutti.
Chiunque capirebbe questo, tranne il governo Berlusconi, che ha preferito distribuire uniformemente i vantaggi fiscali. Questo farà si che le fasce di reddito più alto risparmieranno qualche migliaio di euro di imposte, una cifra troppo bassa per essere investita in qualsiasi cosa di produttivo. La conseguenza sarà che alcune classi sociali avranno un migliaio di euro in più in banca, a stagnare insieme agli altri soldi. Sarà ovviamente denaro fermo che non produrrà alcuna ricchezza. Chiunque abbia a cuore il benessere collettivo può capirlo, ma se uno agisce solo per avere il consenso elettorale della classe media, il risultato è il disastro.
Se ci fossero state delle commissioni di esperti in economia, per decidere come impiegare il bonus fiscale con lo scopo di fare circolare il denaro e migliorare le condizioni delle classi più povere, probabilmente la manovra avrebbe avuto senso.
Eliminare la partitocrazia
Diminuire il potere dei partiti creando le condizioni perché si votino le persone e non i partiti. Si potrebbe regolamentare il voto in modo da rendere obbligatoria l'indicazione della persona votata, permettere la presentazione di candidati non legati ai partiti, stabilire in anticipo la squadra che si propone per governare in modo da votare una squadra leader invece che il singolo leader onnipotente. In poche parole: una leadership collettiva al posto di una quasi dittatura del singolo leader. I partiti dovrebbero inoltre essere governati dagli iscritti, con votazioni per decidere i programmi e i candidati, escludendo la delega ai funzionari di partito.
I programmi elettorali dovrebbero essere presentati molto prima delle elezioni, per permettere ai cittadini di esaminarli e valutarli, invece della fede cieca nei partiti che si pretende oggi.
Selezione dei candidati e della base votante
I requisiti per il successo della democrazia politica sono:
* Moralità
* Scolarizzazione
* Coscienza socioeconomica
Non possiamo sapere nulla della moralità reale delle persone, ma possiamo impedire che persone che abbiano avuto precedenti penali negli ultimi anni siano elette.
Potremmo anche stabilire la perdita dei diritti di elettorato passivo per un periodo molto lungo per quelle persone che siano state condannate per corruzione o altri reati relativi all'attività amministrativa dello Stato o di un'azienda privata, perché non ci possiamo aspettare che amministrino onestamente la cosa pubblica, se sono persone che corrompono o si sono lasciate corrompere.
La scolarizzazione in Italia è abbastanza diffusa e, con un'alfabetizzazione del 98%, questo problema ci riguarda poco.
La coscienza socioeconomica è invece abbastanza bassa e sarebbe necessaria una maggiore conoscenza dei compiti e delle giurisdizioni dei vari corpi dello stato.
Per evitare che persone completamente disinteressate alle attività politiche votino solo per il sorriso del candidato o per motivi estranei al programma politico del candidato, si potrebbe rendere completamente facoltativo il voto e permetterlo solo a coloro che si iscrivono espressamente per votare, eliminando i quorum nei referendum e nelle elezioni.
Comitati sociali
Noi sosteniamo la formazione di comitati sociali formati da persone interessate a fare servizio sociale in maniera organizzata.
I comitati sociali dovrebbero avere il compito di monitorare le attività dei politici e quelle del mondo economico, costituendo un potere sociale organizzato che possa controllare il mondo economico e politico e correggerne gli errori.
I componenti dei comitati sociali dovrebbero essere volontari che non partecipano alla vita dei partiti né hanno incarichi amministrativi o economici che possano costituire un conflitto di interessi per la loro attività di controllo.
A questo punto ci vorrebbe una bella frase ad effetto per chiudere l'articolo. Mi dispiace, non l'ho trovata. O forse si.
Nella lingua sanscrita c'è una parola che definisce la natura delle cose ed è Dharma. Il Dharma è l'essenza stessa di un oggetto, la proprietà senza la quale un oggetto non sarebbe se stesso. Per esempio il Dharma del fuoco è bruciare e il Dharma degli esseri umani è seguire i valori umani cardinali.
E' dharmika chi è umano fino in fondo, nel senso nobile del termine, chi rifiuta i dogmi, le teorie antiumane e le pratiche contrarie ai valori umani.
Vi esorto quindi a staccare le macchine che tengono in vita i due mostri moribondi disumani e ad usare le vostre energie per costruire una società umana, anzi neoumanista, perché anche gli animali, le piante e l'ambiente meritano il nostro lavoro costruttivo.
Dharmika di tutto il mondo unitevi, non avete nulla da perdere se non le catene del dogma, dell'irrazionalità e dell'inganno.
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