La crisi economica, in Italia, propone una nuova prospettiva
I cambiamenti socio-economici
Lo scossone finanziario ed economico attuale avrebbe come consegneunza il progressivo sfaldamento del tessuto socio-economico-culturale del nostro paese e in effetti dellle economie del mondo intero.
In Italia il sistema produttivo sembra si stia disintegrando rapidamente per l'eccessiva finanziarizzazione delle attivitą produttive, e tocchi soprattutto le attivitą legate alle esportazioni o al commercio internazionale.
Aziende come la NOKIA, ALCOA di Portovesme (Sardegna), la GLAXO-SMITH KLINE ma anche le Raffinerie di petrolio italiane, la OMEGA telefonia stanno chiudendo o licenziano. Ci sono circa 700 piccole aziende in crisi o a rischio chiusura.
Che sta succedendo? Una crisi passeggera o una crisi di sistema?
Propendiamo per la seconda.
Le entrate fiscali diminuiscono, a causa della delocalizzazione delle aziende, delle eccessive importazioni dall'estero di prodotti e beni di consumo, che potremmo produrre bene in loco attivando posti di lavoro. Ma il miraggio dei bassi costi inculcati dalla Globalizzazione, ci ha spiazzati. Si sta rompendo il giocattolo con il quale da decenni abbiamo fatto il bello e il cattivo tempo, in modo sregolato.
Siamo andati a finire infatti ad avere 4 milioni di persone in Italia che campano con 1 pasto al giorno, mentre il 10% delle famiglie ricche detiene il 52% del reddito nazionale. Se č un sistema questo per il benessere della popolazione...
Il PIL prodotto in Italia diminuisce, diminuendo le commesse dall'estero e quelle interne.
I tagli ai servizi, sanitą, scuola, assistenza sociale, si rendono per forza obbligatori. Ecco allora le proteste sindacali al grido di "NO licenziamenti"...
Sovviene il paradigma di Sarkar che vedeva il sistema economico attuale scoppiare come fanno i petardi: si inizia con uno e gli altri di seguito come in una polveriera. Oppure un domino, dove cade il primo pezzo e gli altri seguono a catena.
Ebbene quali misure potremmo o i governi potrebbero prendere per scongiurare questa sequenza di eventi che porterebbe al baratro della recessione o della depressione economica, che potrebbe accompagnarsi a depressione sociale e culturale, (oggi sviluppo sociale e culturale dipende dalla sicurezza economica)?
Vi sono due aspetti interessanti da considerare come con-cause della presente crisi, a parte la fuga dall'economia reale verso la finanza speculativa: la interdipendenza eccessiva tra le diverse regioni economiche, e secondo la mancata pianificazione dello sviluppo.
In mancanza di un adeguato piano di sviluppo dell'economia reale, si č sviluppata la speculazione finanziaria, il gioco in borsa o a premi, nel tentativo di avere di che vivere.
Abbiamo osservato che troppi paesi troppo dipendenti da altri non si sviluppano. Nella Repubblica Ceca, potete trovare attivitą produttive di molte nazionalitą, Assicurazioni, supermercati, aziende tecnologiche etc., ma poche locali. Il tessuto economico non č sviluppato e i soldi se ne vanno all'estero.
>>Costituzione italiana
Quali sono i principi su cui fondare un'economia che assicuri a tutti le necessitą basilari per una vita "libera e dignitosa per sč e per la propria famiglia", come asserisce la Costituzione Italiana, all'Art. 36?
>>Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani chiarisce in modo esplicito che cosa dovrebbe garantire il reddito personale, in relazione al principio di "una vita libera e dignitosa":
1. Art. 25 - Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e
il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo
a. all'alimentazione
b. al vestiario,
c. all'abitazione, e
d. alle cure mediche e ai servizi sociali necessari;
2. Art. 26 - 1) Ogni individuo ha diritto
e. all'istruzione
>>Principio della Garanzia delle Minime Necessitą (GMN)
Sarkar, nella teoria Prout, accettando i 5 requisiti che costituiscono le minime necessitą vitali, va oltre definendo una Garanzia delle Minime Necessitą, in ragione a tempo, spazio e persona, in ottemperanza al diritto naturale all'esistenza. Queste necessitą minime dovrebbero essere garantite dalla Costituzione stessa e i governi essere direttamente responsabili del loro approvvigionamento.
Comunque:
a. Siamo dell'idea che la stabilitą economica vada trovata in loco, nell'autosufficienza economica
locale.
b. Sosteniamo che il sistema produttivo debba essere indirizzato a sostenere le necessitą
della popolazione locale, attraverso la produzione di tutte le MINIME NECESSITA'
per l'esistenza (alimenti, vestiario, abitazione, cure mediche, educazione).
c. Che il sistema produttivo debba essere decentralizzato nelle mani delle persone
che lavorano (democrazia economica) per poter funzionare senza speculazioni di sorta.
d. Che la produzione (le tipologie di aziende e le produzioni) vada programmata e
pianificata in ragione delle necessitą locali.
Che fare per le aziende in Crisi?
Se sono aziende che possono ancora servire a sostenere lo sviluppo
1. lo stato le dovrebbe acquistare a basso prezzo
2. le dovrebbe vendere o regalare ai lavoratori (colletti blu e bianchi) sotto forma di azioni
3. questi dovrebbero istituire una gestione di tipo cooperativo/consociativo
4. dovrebbero assumere dei manager per garantire una corretta gestione
5. lo stato dovrebbe sostenere tali aziende, per la loro stabilitą, nell'intento
di mantenere i posti di lavoro.
Lo stato comunque pagherebbe la CASSA INTEGRAZIONE, una passivitą, meglio
che investa in attivitą dinamiche.
A fronte di questa iniziativa dovrebbe avere un piano di sviluppo delle economie locali, a livello o Regionale o Provinciale, per
* produzione agricola, che oggi č casuale, non organizzata,
* produzione di macchinari agricoli pre-raccolto o post-raccolto
* produzione agro-alimentare
* produzione industriale vera e propria
* commercio quanto basta
(si č visto come un 10-15% di commercio con l'estero possa essere fisiologico)
* Scuole a tutti i livelli
* differenza tra Redditi Minimi e Massimi entro certi limiti, 1-10, (da ricercare)
Anche se questo č un piano che la teoria economica PROUT prevede, all'interno di un contesto sociale e culturale, tuttavia alcune azioni potrebbero gią essere intraprese, perchč sono cambiati i rapporti di lavoro e sembra si vada nella direzione segnata dall'economia Argentina: molte aziende in crisi sono state rilevate dai lavoratori stessi in un rapporto di cooperazione coordinata, per poter sbarcare il lunario.
Che non succeda anche in Italia?
Ma se dovesse, speriamo avvenga prima del grande botto.
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