Tutti i nodi vengono al pettine.
Nei prossimi mesi le Banche europee dovranno affrontare una nuova crisi finanziaria, crisi non ancora messa in programma negli eventuali aiuti governativi. A differenza delle perdite subite dalle banche USA, derivanti dalle esposizioni con mutui sub-prime di bassa qualità sugli immobili ed altre tipologie di prestiti, i problemi delle banche europee ed occidentali, in particolare Austriache, Svedesi e forse Svizzere, derivano da massicci prestiti concessi a clienti dei paesi europei ed orientali durante il periodo del 2002-2007, a tassi di interesse internazionali estremamente bassi.
I problemi che stanno emergendo oggi in tutta la loro forza in Europa Orientale sono, se si vuole, una conseguenza indiretta delle politiche valutarie dissolute della FED di Greenspan, dal 2002 al 2006, periodo in cui nacque lo schema Ponzi**, appoggiato da Wall Street.
Sta oggi venendo alla luce l'elevato livello di rischio di questi prestiti verso l'Europa Orientale, poiché la recessione economica in atto sia in Europa dell'Est che dell'Ovest, sta costringendo le banche occidentali a tirare i remi in barca, rifiutando di rinnovare prestiti o la sostituzione di crediti. Questa operazione lascia migliaia di mutuatari senza liquidità per far fronte ai propri debiti. La dimensione della crisi bancaria dei prestiti che emerge fa impallidire qualsiasi previsione ed esperienza del passato. Costringerà malgrado tutto, nelle prossime settimane, ad un radicale cambiamento di prospettiva sulla questione della nazionalizzazione del sistema bancario, nonostante tutte le buone speranze dei leader politici dell'Est europeo.
L'Herald Tribune stima in 200 miliardi di euro il fabbisogno per il 2009 dei paesi dell'Est europeo e di 150 miliardi di euro la ricapitalizzazione delle banche toccate dai titoli tossici. Molte banche europee non elargiranno più fondi alle consociate dell'Est, anche contro le normative europee che vietano la diversità di trattamento tra i paesi dell'Unione.
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** Schema Ponzi: una catena di Sant'Antonio: sistema per cui vengono pagati alti premi agli azionisti, con denaro fresco proveniente dai nuovi azionisti. Un meccanismo che richiede un sempre maggior numero di nuovi azionisti o denaro fresco.
* Di F. William Engdahl
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Global Research, il 18 febbraio 2009
Traduzione: Tarcisio Bonotto