La crisi e le risorse
Man mano che passano i giorni e le settimane appare sempre più chiaro ed evidente che il Paese Italia, e il suo Governo, non sono assolutamente in grado di varare misure adeguate rispetto alla crisi devastante che ha colpito il Mondo. In buona parte per inadeguatezza della classe che governa, ma fondamentalmente per il disastro della finanza pubblica, in stato comatoso ormai da oltre 15 anni. La riconferma, semmai ve ne fosse bisogno, è arrivata di fronte alle misure da adottare per la crisi del comparto auto. Alle decine di miliardi stanziati o ipotizzati da altri governi europei, il nostro ha balbettato che per trovare 250 o al massimo 500 milioni, cioè meno di una fumata di sigaretta, occorrono dieci giorni lavorativi! Ciò, nonostante il ministro Castelli avesse indicato con chiarezza dove trovare i fondi e le risorse. Nella trasmissione di Ballarò egli ha candidamente, per non dire spudoratamente, affermato che "per la prima volta nella storia, prendiamo i soldi dalle regioni povere del Sud per finanziare le industrie e le famiglie dei disoccupati del ricco Nordest".
Cioè, derubiamo, ancora una volta e sempre, le regioni meridionali dei fondi che la Comunità europea aveva destinato alle zone in ritardo di sviluppo, nel tentativo di riscattarle dall'atavica miseria e degrado. Evidentemente, nella mente di un nordista DOC il ragionamento può apparire del tutto ovvio. Le schiere di disoccupati che purtroppo si profilano al Nord costituiscono sicuramente un problema assai più grave, dal momento che al Sud siamo abituati da sempre a rimanere disoccupati, tranne coloro che riescono a migrare. Queste affermazioni aberranti avvengono in una trasmissione della TV di Stato che, secondo il Premier, sarebbe avversa e senza che nessuno osi rispondere e fare chiarezza.
Un'indagine da parte di una Commissione parlamentare del Senato, presieduta dal compianto economista Beniamino Andreatta, nel lontano 1992, concluse che "solo raddoppiando l'intervento straordinario, si porterebbe la spesa statale pro capite nelle regioni meridionali a livello comparabile con quello delle regioni settentrionali". Il perché è presto spiegato. Le poche opere realizzate al sud, dalla viabilità, agli acquedotti, alle fogne, alle scuole, rientrano, al contrario del Nord, tutte nell'intervento straordinario. Per noi non c'è niente di ordinario. E, dopo averci penalizzato per oltre mezzo secolo, ora arriva il Ministro Castelli a derubarci anche dei soldi di cui ci farebbe grazia l'Europa! E' sicuramente sconcertante che un parlamentare o un ministro ignori persino ciò che produce il Parlamento. Ma è insopportabile che la storia economica, finanziaria, sociale di un Paese venga costruita sulle menzogne e su falsi stereotipi, senza che l'opposizione, i sindacati, gli esperti, i benpensanti dicano una sola parola per ristabilire la verità. Ed è delittuoso che a tutto ciò si associ la stampa tutta, comprese trasmissioni televisive di decisiva importanza per informare l'opinione pubblica in modo corretto.
Le ragioni sono da ricercare, evidentemente, nella sudditanza psicologica, o nella combutta, verso i potenti e i ricchi, per i quali le crisi rappresentano un periodo d'oro per incrementare, a livello di avvoltoi, i loro patrimoni. Le risorse non ci sono, l'Italia è il terzo Paese più indebitato del Mondo, ripete Castelli, ma a nessuno, a cominciare dalla cosiddetta sinistra, viene in mente di dire che la crisi è affrontabile solo se si chiama a contribuire quel 10% di italiani che possiede, come ricorda Banca d'Italia, il 50% dell'intera ricchezza finanziaria del Paese, senza contare quella ben più consistente immobiliare, che si è costruita sulla stratificazione del Debito Pubblico.
Intanto, in questi giorni, si è materializzata, all'interno della crisi generale, un'altra disgrazia senza confronti, che è la sparizione della Calabria, oltre che dal contesto socioeconomico, anche da quello fisico-geografico. Sono bastati alcuni giorni di pioggia per rendere non più transitabile l'unica arteria autostradale, costruita peraltro con i piedi. La follia di dirottare su strade del Medioevo i bisonti della strada con i loro micidiali carichi ha messo queste ultime fuori uso nel giro di 24 ore.
A fronte della nuova calamità naturale (350 Comuni su 400), il Governo disporrà qualche sussidio di poche centinaia di milioni di euro, se è vero, a fronte di qualche decina di miliardi ipotizzati dal Sottosegretario Bertolasi. Ma dove prendere tutti questi soldi? Nessuno lo sa o fa finta di non sapere. Di certo è che se non si ferma immediatamente il transito dei TIR all'altezza di Salerno - Lagonegro, da un lato, e a Messina, dall'altro, lo "sfasciume pendulo" non starà più sul mare ma dentro il mare. Con gran sollievo dei leghisti che avranno un pensiero in meno, la Calabria, ma anche un problema in più con i nuovi migranti dal Sud, ivi compresa la ndrangheta.
|