I fatti sono certi: aumento delle emissioni di gas serra, innalzamento delle temperature, blocco della Corrente del Golfo, scioglimento dei ghiacciai...
Anche un altro fatto è certo, che per gli scienziati riunitisi l'anno scorso ad Erice (Sicilia), le attività umane incidono, sui cambiamenti climatici, solo per il 4%.
Se così fosse, non dovremmo considerare i gas serra come gli unici responsabili dei cambiamenti climatici e indicare la sola diminuzione delle emissioni, di gas serra, come soluzione.
Quali altri fenomeni stanno influenzando il clima e possono essere all'origine di cambiamenti di così vasta portata?
Secondo gli scienziati vi sono ragioni cosmologiche che incidono per una percentuale maggiore: riscaldamento globale inteso di tutto il sistema solare. Plutone ha aumentato la sua temperatura di due gradi (Nasa). Aumentano le emissioni gamma ad alta intensità. Il magnetismo terrestre, responsabile in parte dell'assetto della terra, della formazione delle nubi, assieme alle alte pressioni sugli oceani, sta cambiando e inverte la sua polarità in alcune zone del pianeta.
Per P.R. Sarkar vi sono la deforestazione, la carenza di alta pressione sugli oceani e soprattutto lo spostamento dei Poli terrestri: "I poli terrestri hanno già iniziato il loro movimento di spostamento verso l'equatore"1. Le cause? La deriva dei continenti, influenze planetarie? "Se conoscessimo di più i fenomeni magnetici, potremmo risolvere molti problemi" - afferma Sarkar. Lo tsunami ha spostato il Polo Nord di qualche decimo di grado, quindi è possibile che i poli si muovano dalla loro traiettoria spiraliforme (Chandler Wobble) e dalla attuale direzione di spostamento Nord-Est/Sud-Ovest. Lo spostamento dei Poli è già avvenuto molte volte nel passato, afferma Sarkar.
Come intervenire per ciò che riguarda le attività umane? E' già stato sottolineato da molte fonti e accettato come protocollo internazionale (Kyoto) la diminuzione delle emissioni di gas serra: emissioni da riscaldamento, da gas di scarico, da attività industriali, ma nulla è stato detto della necessità di aumentare le piante con la riforestazione, anzi stiamo eliminando foreste pluviali e boschi.
La strada della diminuzione delle emissioni potrebbe essere percorribile solo in parte, visti i precedenti degli ultimi anni. Possiamo cambiare le caldaie inquinanti, diminuire i gas di scarico, aumentare l'isolamento termico delle case per risparmiare fino al 7% del riscaldamento, etc.
Molto di questo lavoro dipende dallo stato dell'economia nazionale e dal potere di acquisto dei redditi, ma ne varrebbe la pena..
Un autore, l'economista indiano Ravi Batra, suggerisce: "Se la tecnologia ha creato i problemi, che sia la tecnologia a risolverli. Diamante taglia diamante!". Quindi la tecnologia dovrebbe essere utilizzata per la purificazione dell'aria, del suolo e dell'acqua. "Ogni invenzione dovrebbe essere approvata solo dopo aver pesato il suo impatto positivo e negativo non solo ambientale, ma sulla salute e sull'equilibrio ecologico" - continua Ravi Batra.
Resta il fatto che grossi cambiamenti, che modificano la geologia e non solo, sono in atto. Come inquadrarli? Sarkar afferma che siamo sulla soglia, anzi abbiamo già oltrepassato la soglia di una nuova era geologica. Come per tutte le ere geologiche del passato, dove le piante e gli animali dell'una non si sono più trovati nell'altra, perché scomparsi o profondamente trasformati, così anche per questo attuale passaggio, varranno le stesse modalità. Non sono sconvolgimenti catastrofici, tiene a precisare Sarkar, ma eventi naturali, avvenuti molte volte nel passato.
Quali sono stati e sono i campanelli di allarme di un iniziato trend di cambiamenti globali?
Vediamone alcuni.
Lo Tsunami asiatico, che cosa potrebbe significare per una politica ambientale globale?
Che le isole a pelo d'acqua saranno le più colpite se non spazzate via da mutamenti dell'equlibrio ecologico e sarebbe necessario spostare le popolazioni. Che le coste oceaniche e dei grossi mari, sarebbero le più vulnerabili, se non protette da mangrovie o alre piante e se le abitazioni non distano per lo meno un chilometro dalla costa (Sarkar) potrebbero diventare pericolose per i residenti.
Che cosa ci rivelano i terremoti aumentati, in tutto il mondo, in modo esponenziale negli ultimi 20 anni, (134.000 terremoti di cui 40.000 sopra 1,5 gradi della scala Richter)? Potrebbero dirci che zone sismiche come l'Indonesia o la California o altre aree potrebbero essere sconvolte. Il monitoraggio assiduo del Vesuvio degli ultimi 6 anni, l'aumento di attività dello Stromboli e dell'Etna, potrebbero indurci ad un ripensamento della mappa delle strutture abitative in quelle aree e coste...
Che cosa ci può insegnare l''affondamento' di New Orleans? Che le situazioni a rischio vanno corrette e non resistono ai fenomeni naturali. New Orleans è sei metri sotto il livello del mare, vi sono idrovore che pompano l'acqua in mare, una situazione artificiale non sostenibile... New Orleans dovrebbe essere forse abbandonata...
Che cosa ci dicono le colline non piantumate, che ad ogni acquazzone rilasciano un mare di fango? Probabilmente che le piante, i boschi, giocano un ruolo essenziale per la salvaguardia ambientale. Inoltre le piante assorbono la CO2, che costituisce il 50% dei gas serra. Stiamo oggi producendo più CO2 e abbiamo pure diminuito l'estensione delle foreste. A Verona il 12% del territorio è coperto da boschi, sarebbe necessario il 30% di copertura per un riequilibrio idrico e termico.
Le abitazioni in riva ai grossi corsi d'acqua? Che ad ogni piena vi saranno dei senza tetto e dei morti.
Le fognature delle città che non riescono a smaltire l'acqua piovana delle piogge torrenziali? Che è necessario ridisegnare le fognature e le infrastrutture sotterranee relative a luce acqua e gas...
Vi sono molti moniti che potremmo far nostri e lavorare per il breve e lungo periodo.
Certo i cambiamenti non sono repentini, vi sono sempre delle avvisaglie e la loro preparazione dura, statisticamente, circa un trentennio, ma è da tempo che sono in atto e per questo secondo Sarkar, ' avverranno sempre più velocemente'.
Una domanda sorge spontanea: "come prepararci, se ci si deve preparare, o lasciamo tutto al caso?" Sarkar ricorda che molti degli animali preistorici sono scomparsi per sempre a causa della loro bassissima capacità intellettuale, altri si sono trasformati adattandosi ai nuovi equilibri ecologici delle diverse ere geologiche, grazie al loro più evoluto intelletto.
'Speriamo che io me la cavo' scriveva un alunno della scuola di Barbiana.
Speriamo di poter approntare misure sufficienti per far fronte agli eventi climatici e geologici prossimi venturi.
Ref.
1. P.R. Sarkar - The Poles Shift Their Respective Positions - AM Publications, 1986
2.
http://hpiers.obspm.fr/eop-pc/earthor/polmot/pm.html Polo Nord - grafico dello spostamento.
3. P.R. Sarkar - The coming ice age - AM Publications, 1986
4. P.R. Sarkar - Programma per la conservazione dell'acqua - AM Publications, 1986