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Sviluppare un sentimento sociale

Durante l'ultima lezione si è ragionato su quello che ora vorrei definire il "paradosso della solidarietà" per il quale, generalmente, più è lontano l'oggetto del aiuto solidale e più ardente appare l'intento di aiutare. Di contro, più l'oggetto da aiutare si avvicina e più emergono le difficoltà, le ritrosie, i pregiudizi e l'egoismo.  Più ci avviciniamo alla realtà dei fatti e più si svela l'enorme complessità dei meccanismi che creano e perpetuano la sofferenza degli uomini e gli enormi  squilibri nello  sfruttamento delle risorse del nostro pianeta. Ad un'attenta analisi molta pseudo-solidarietà si rivela essere una specie di acting-out  individuale o condiviso. Dunque l'azione solidale non può dirsi supportata automaticamente da un etica solidale e sostenibile a livello globale. L' etica dovrà essere cercata, studiata e concordata fra quelli che abbiamo definito gli agenti dei diritti dell'uomo dal singolo individuo alle istituzioni.

Se guardiamo alla squilibrata distribuzione delle ricchezze  nel pianeta dobbiamo riconoscere che esiste un'etica dominante nel cosiddetto Mondo Occidentale. Qui Occidente sta ad indicare un tipo di mentalità piuttosto che una definizione geografica.

Nel 1929 Rabhindranath Tagore celebre poeta e premio Nobel per la Letteratura nel 1913 scriveva:

"Oggi il denaro è fonte di ogni potere, ed è apprezzato più di qualsiasi altra cosa. Persino la politica estera di uno Stato non si basa più sull'ingrandimento territoriale, ma si indirizza piuttosto verso l'espansione commerciale, che è il mezzo di aumentare la ricchezza. Nell'epoca in cui la civiltà non si articolava tanto variamente, il dotto e il saggio, l'eroe e il filantropo erano molto più rispettati del ricco. Onorandoli, si onorava l'umanità stessa, e la gente trattava con disprezzo coloro che si limitavano a far denaro. Oggi la civiltà non è altro che un parassita della ricchezza. [...]

Nel mondo occidentale vi è un continuo attrito  tra coloro che guadagnano molto denaro e coloro che rappresentano il mezzo per guadagnarlo, e non si vede il modo di eliminare questo conflitto. Poiché l'avidità della classe lavoratrice è uguale a quella della classe capitalistica. [...] Quando nella vita sociale l'avidità e l'adorazione della potenza diventano irrefrenabili, l'uomo non può più dedicarsi a sviluppare la propria umanità. Egli brama il potere, non il pieno sviluppo dell'io. [...]"


Possiamo qui leggere un esempio dell'etica ancora dominante nel nostro mondo che "brama il potere non il pieno sviluppo dell'io".

Ora  potrebbe esistere una commistione fra questa etica dominante ed l'ideologia individualistica che permea l'intera storia della cultura occidentale. Lo stesso progresso economico, nato durante la rivoluzione Industriale  con l'utilizzo della tecnologia e l'invenzione della moderna economia capitalistica ha utilizzato un modello ideologico implicitamente individualistico. L'ideologia dominante, se possiamo chiamarla semplicisticamente così, si fonda su un concetto di libertà e di felicità che è stato totalmente alterato da concezioni materialistiche piuttosto che valoriali.

Il filosofo P.R.Sarkar sostiene che il movimento umano è ispirato principalmente da due idee:

il Principio del Piacere Egoistico ed il principio dell' Eguaglianza Sociale

Il piacere egoistico si basa sul dogma non ha alcuna giustificazione morale ed è scevro da ogni moralità

"Qualunque cosa facciano gli esseri umani motivati dal Piacere Egoistico è per cercare piacere. Gli esseri umani si arrendono a questo dogma con la sola intenzione di raggiungere il piacere egoistico; perfino persone colte si sottomettono consapevolmente al dogma. Essi sanno che stanno abbandonando il loro intelletto al dogma, e che il risultato sarà indesiderabile; essi sanno e comprendono tutto ciò ? e allora perché si sottomettono consapevolmente ad esso? Sono tutti peccatori volontari e accettano intenzionalmente i dogmi come verità. Si rendono conto che questi dogmi sono basati sul Principio del Piacere Egoistico ma pensano: "Non mi importa se è buono o cattivo, se fa del bene o del male agli altri, perché almeno ho goduto del piacere". Essendo motivati da questa idea rendono schiavi sé stessi dei dogmi.

Nel mondo civilizzato perfino persone colte seguono deliberatamente i dogmi, perché hanno un desiderio, nei recessi delle loro menti, di godere del piacere mondano in questo mondo fisico. Perfino in questo mondo civilizzato, dove è stato fatto cosi tanto progresso nel campo della conoscenza, le persone seguono ancora questi dogmi come se fossero ciechi. Le trappole di questi dogmi devono essere fatte a pezzi. I cancelli di ferro delle prigioni del dogma devono essere ridotti in polvere."

( Sarkar 1988 pag.39-40)

Il secondo principio dell'Eguaglianza Sociale è un principio razionale dominato dalla consapevolezza di realizzare la propria felicità, ma che riconosce la stessa aspirazione alla felicità agli altri esseri umani. Per questo sentimento la felicità è una metà contemporaneamente individuale e collettiva

" non saremo capaci di muoverci in avanti se ci compromettiamo con tutte le disparità e le ineguaglianze della vita collettiva. Dovremmo sradicare tutte queste ineguaglianze mentre al tempo stesso ci muoviamo verso la nostra meta...

(ibidem )

Esiste nella nostra cultura un'associazione di "Rivoluzionaria Memoria" fra il concetto di uguaglianza e quello di Libertà che nella realtà è alquanto problematico. E' stata confusa la libertà del volere con la legittimità del potere. Inoltre è stato confusa la materialità con la immaterialità, per cui un desiderio immateriale o spirituale non potrà mai essere placato da risorse materiali che sono, in quanto tali, limitate. Concezioni diverse di libertà non sono affatto intercambiabili. E' dunque necessario  capire ,quando si parla di libertà, a quale libertà ci si sta riferendo.

2006-08-27 Lorenzo Vecchi

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